Con l'arrivo del nuovo processore Deschutes, Intel ha già
raggiunto quota 400 MHz ed entro la fine dell'anno giungerà
alla soglia dei 450. Ma le novità di questo processore
non si limitano all'aumento della frequenza di funzionamento del
chip: a parte la tecnologia costruttiva che adesso usa elementi
ancora più miniaturizzati (0,25 micron contro 0,35), la
più interessante innovazione è il passaggio da 66
a 100 MHz della frequenza del bus esterno, cioè delle comunicazioni
tra processore e memoria. L'ultima volta che Intel ha effettuato
una modifica simile era il 1993, quando è passata dal 486
che usava un bus a 33 MHz, al primo Pentium che ne sfruttava uno
a 66. Oggi l'incremento è stato minore, ma è pur
sempre un vantaggio; tuttavia non bisogna aspettarsi risultati
rivoluzionari, come confermano i test effettuati su diversi sistemi
già in commercio. Il passaggio da un processore Pentium
II a 333 MHz a un modello Deschutes a 350 MHz, mantenendo invariato
il resto del sistema, porta un incremento medio delle prestazioni
compreso tra il 5 e il 10 percento.
 Intel Pentium II
Un miglioramento limitato, dovuto quasi esclusivamente al bus
esterno che è del 50% più veloce (100 MHz contro
66) e in misura molto minore alla frequenza del chip che di solo
il 5% maggiore. Risultati più consistenti si ottengono
passando a un processore da 400 MHz, che offre un ulteriore margine
di miglioramento compreso tra il 6 e il 14 percento in base alle
applicazioni utilizzate, che si traduce in prestazioni mediamente
più veloci tra il 10 e il 25 percento rispetto a un Pentium
II a 333 MHz.
 Cyrix 6x86mx
È evidente, quindi, che i maggiori vantaggi del nuovo bus
a 100 MHz si ottengono quando si considerano processori con frequenze
più alte, e anche per questo Intel sta per rilasciare la
versione potenziata del nuovo Pentium II a 450 MHz. Non bisogna
scordare, però, che la corsa all'ultimo megahertz è
inutile se non si bilancia la configurazione del sistema con le
periferiche più veloci (soprattutto disco fisso e scheda
grafica). Intanto i processori Pentium II dotati della vecchia
architettura col bus a 66 MHz continueranno comunque a essere
venduti ancora per alcuni mesi, con frequenze da 233 a 333 MHz,
per i sistemi di fascia media dal costo contenuto. In questo senso
potrebbero rappresentare un buon acquisto aziendale.
Socket 7 contro Slot 1
Quando Intel ha introdotto il processore Pentium II ha abbandonato
l'architettura Socket 7, vale a dire la forma e la meccanica del
precedente Pentium. Quest'ultimo era contenuto in una specie di
mattonella di ceramica con tanti piedini metallici, e si inseriva
in uno zoccolo con altrettanti fori e un meccanismo di ritenzione
a scatto. Questa soluzione era ormai diventata lo standard di
mercato, e veniva utilizzata anche per i chip concorrenti di Amd
e Cyrix. Per questa ragione, oltre che per limitare i costi di
produzione del processore, Intel ha studiato per il Pentium II
un sistema diverso, chiamato Solt 1. In pratica il chip viene
saldato su una schedina di circa 10 centimetri insieme a una piccola
memoria tampone (cache di secondo livello, L2) che funziona alla
metà della velocità del processore. Il tutto è
contenuto in una scatoletta di plastica dotata di dissipatore
di calore e ventola, e si inserisce in un connettore a pettine,
appunto quello chiamato Slot 1.
Questo si è imposto come standard per i sistemi più
recenti di fascia medio/alta, ormai tutti basati su Pentium II;
intanto resistono alcuni modelli più economici dotati del
vecchio Socket 7, soprattutto grazie ai nuovi processori di Amd
e Cyrix che godono di un buon gradimento in questo segmento di
mercato.
Ma Intel non sembra disposta a trascurare nemmeno questo settore,
tanto più che i suoi concorrenti appaiono oggi più
attivi che mai. Infatti, sempre restando sulla piattaforma Socket
7, vale a dire quella dei sistemi Pentium-compatibili (non Pentium
II), Amd e Cyrix hanno da tempo sfornato processori più
veloci del più veloce dei Pentium mmx di Intel (quello
a 233 MHz). Del K6 di Amd sono già arrivate le versioni
a 266 MHz, anch'esse con funzioni mmx; e anche Cyrix punta su
una versione più potente del proprio chip, il nuovo 6x86mx.
Questi processori sono più lenti del Pentium II, soprattutto
per quanto riguarda le operazioni matematiche più complesse
(floating point, in virgola mobile), ma restano più veloci
del Pentium classico, con cui condividono la piattaforma Socket
7 e di conseguenza un livello di prezzi molto inferiore a quello
dei sistemi Pentium II su architettura Slot 1.
Potenza per tutti
Mentre Intel ha introdotto l'architettura del bus a 100 MHz per
i sistemi destinati alla fascia più alta del mercato, in
pratica solo quelli su piattaforma Slot 1, gli altri concorrenti
hanno pensato bene di usarla per rinvigorire l'architettura Socket
7. Amd promette per il suo K6 3D frequenze di 300 e 350 MHz, mentre
l'atteso K6+ 3D si spingerà fino 400 MHz. Questi modelli,
insieme a quelli futuri di Cyrix (Mxi) e Idt (C6+), promettono
prestazioni simili a quelle dei Pentium II, però costeranno
meno e useranno la più economica piattaforma Socket 7 spinta
a 100 MHz (Super 7). Intel, però, sembra decisa a tagliare
fuori del tutto quest'architettura, tant'è che punterà
su versioni "alleggerite" del Pentium II su Slot 1 anche
per i sistemi economici. Il processore Celeron di Intel, primo
esemplare della famiglia identificata col nome in codice Covington,
deriva dal cuore di Deschutes, però funziona esternamente
a 66 MHz ed è privo di memoria cache di secondo livello.
Per questo motivo costerà decisamente poco, ma purtroppo
molti prevedono che avrà prestazioni simili, se non addirittura
inferiori, a quelle dei migliori sistemi Pentium-compatibili su
Socket 7; in realtà per Intel l'introduzione di questo
chip è solo una mossa tattica per imporre lo standard Pentium
II/Slot 1 su tutto il mercato.
Sicuramente molto successo avrà invece Mendocino, in arrivo
verso la fine dell'anno. Questo chip di Intel sarà una
via di mezzo tra Celeron e Deschutes: come il primo costerà
meno di un Pentium II, ma come il secondo integrerà una
certa quantità di memoria cache di secondo livello. Qualcuno
dice che la cache sarà di soli 128 KByte, altri ipotizzano
che ammonterà invece 256 KByte; in ogni caso funzionerà
alla piena velocità del processore e non solo alla metà
come quella del Pentium II. La velocità doppia della cache
potrebbe rendere Mendocino addirittura più veloce di un
Pentium II di pari frequenza, ma solo con le applicazioni progettate
in modo da accedere spesso alla memoria tampone; normalmente,
invece, il nuovo chip sarà leggermente più lento
dei fratelli maggiori.
I velocissimi di domani
Sempre per la fine del 1998, ma forse è più probabile
per l'inizio dell'anno prossimo, sono attese due nuove versioni
di Deschutes, rispettivamente a 400 e 450 MHz, ottimizzate per
l'uso in configurazione server: disporranno di 2 MByte di memoria
cache L2 (contro gli attuali 512 KByte) e saranno abbinati a una
nuova elettronica di controllo (chipset 440nx) che permetterà
di gestire fino a 8 GByte di ram abbattendo l'attuale limite di
1 GByte e di combinare nello stesso sistema fino a 4 cpu. Con
questi chip verrà introdotto il nuovo connettore Slot 2,
che sarà adottato anche dalle cpu ad alte prestazioni che
arriveranno verso la fine dell'anno prossimo: Katmai a 500 e 600
MHz, che includerà nuove funzioni dedicate alla grafica
3D e un'architettura mmx evoluta; per poi passare alla nuova architettura
P7 a 64 bit, vera rivoluzione nel mondo dei processori per pc.
Il primo processore della famiglia P7 sarà Merced, e segnertà
il passaggio dalla tradizionale tecnologia a 32 bit a una completamente
nuova a 64 bit sviluppata da Intel in collaborazione con Hewlett
Packard. Merced sarà costruito con architettura a 0,18
micron, avrà frequenze di funzionamento fino a 1.000 MHz
con un bus esterno (accesso alla memoria) di almeno 133 MHz. Sarà
abbinato al nuovo connettore Slot M e al chipset 460gx che potrà
gestire le schede grafiche agp a quadrupla velocità (4X,
266 MHz) e i nuovi pci 3.0 a 64 bit e 66 MHz (oggi sono a 32 bit
e 33 MHz). Ancora prima di Merced, probabilmente verso metà
dell'anno prossimo, arriverà il K7 di Amd, nuovo esponente
ad alte prestazioni dell'antagonista storico di Intel. Per progettare
questo chip, che promette un netto salto di prestazioni rispetto
ai modelli attuali, Amd ha smesso di seguire le orme di Intel
e ha deciso di puntare su un'architettura sviluppata in proprio.
La meccanica del K7 sarà quella del Pentium II, nel senso
che il processore sarà saldato su una schedina con le stesse
dimensioni e si monterà nello Slot 1; questo, però,
sarà diverso dal punto di vista elettronico, in quanto
sfrutterà una tecnologia derivata da quella sviluppata
da Digital per il processore Alpha 21264 (si chiamerà Slot
A). Con questa mossa Amd entrerà in una competizione ancora
più dura, visto che il K7 non sarà più compatibile
con alcuna scheda madre per cpu Intel e obbligherà i produttori
a scegliere definitivamente per l'una o l'altra soluzione. Meno
drastica, invece, la strategia di Cyrix, che per il suo prossimo
processore, noto col nome in codice di Cayenne, adotterà
probabilmente la tecnologia Slot 1, collocandosi nel mercato degli
"Intel-compatibili" a basso costo. Secondo gli annunci
di Cyrix, Cayenne dovrebbe includere 15 nuove istruzioni multimediali
per accelerare la grafica 3D, il dvd e l'audio. Anche Idt rilancerà
con un chip Pentium-compatibile, probailmente basato su architettura
Socket 7, per ora identificato dalla sigla C7, evidente evoluzione
del C6+ atteso a breve.
Intel o non-Intel,
questo è il dilemma
Non è un mistero che Intel sia il punto di riferimento
nel mondo dei microprocessori per pc, e ormai lo è a tal
punto che a chi pensa oggi di acquistare di un computer nuovo,
magari con la prospettiva di usare Windows 98, si presenta in
modo quasi obbligato una sola scelta: il processore Pentium II.
È vero che ci sono anche alcune alternative promosse da
vecchi e nuovi concorrenti di Intel, ma è anche vero che
il più delle volte si tratta di soluzioni meno brillanti,
seppur più economiche. Per questa ragione i processori
di Amd, Cyrix e Idt sono relegati al mercato dei sistemi a basso
costo, quello in cui Intel è ancora presente col Pentium
mmx, e difficilmente sono presi in considerazione da chi è
alla ricerca di un computer di valore medio/alto con un'attesa
di vita di almeno un anno.
Questo scenario è immutato ormai da tempo: Intel sviluppa
nuove soluzioni tecnologiche e rilascia periodicamente chip aggiornati
sempre più potenti, mentre i concorrenti rimangono all'inseguimento
con modelli compatibili che fanno leva su un minor costo. Nel
mondo dell'informatica molti osservatori e operatori specializzati
sono piuttosto critici nei confronti di Intel, se non altro per
il quasi monopolio imposto al mercato dei chip; è innegabile
che gli utenti siano in balia dei piani marketing del produttore
americano, con i prezzi che precipitano da un giorno all'altro,
e i processori che ieri sembravano la settima meraviglia oggi
vengono venduti come ferraglia. Per non parlare delle campagne
pubblicitarie che ci devono convincere della vitale importanza
del passaggio da Pentium a Pentium II, o di quanto sia deleterio
possedere un computer privo della tecnologia mmx: altrimenti come
faremo a videocomunicare con Marte via Internet alla velocità
della luce?
C'è chi incolpa Intel di questa situazione, che sarebbe
favorita da una sorta di santa alleanza con Microsoft. In pratica
Intel direbbe: "Io progetto un processore per i tuoi sistemi
operativi, e tu rilasci versioni sempre più complicate
che richiedono i miei processori sempre più potenti".
In questo modo i due mantengono le rispettive posizioni di controllo
del mercato, e chi ne fa le spese sono gli utenti, per nulla garantiti
in tema di sicurezza, affidabilità e semplicità
dei prodotti hardware e software. Basta ricordare l'incidente
accaduto in occasione del rilascio del primo Pentium: campagne
pubblicitarie alla grande, produttori che snocciolavano nuovi
sistemi a ritmi forsennati, e poi si è scoperto che il
nuovo processore sbagliava alcuni calcoli. Il risultato? Solo
un po' di ironia e una brutta figura, niente altro, visto che
il Pentium ha continuato a essere venduto con successo dopo un
aggiustamento effettuato in fretta e furia. Poi si è scoperto
che anche il sicurissimo e super-professionale Pentium Pro doveva
avere saltato qualche lezione di matematica, ma su questo si è
sorvolato. Già, si era tutti troppo eccitati per l'arrivo
della rivoluzionaria tecnologia mmx…
Cinquantasette nuove istruzioni, una vera manna per le applicazioni
multimediali: il Pentium mmx era davvero il massimo, e chi non
lo avrebbe comprato si sarebbe chiuso le porte del futuro. E via,
corsa al rinnovamento tecnologico, tutti a comprare i nuovi processori
che avrebbero accelerato chissà quali nuovi spettacolari
programmi. Oggi le applicazioni scritte per sfruttare le istruzioni
mmx si contano ancora sulla dita della mano destra, e si considerano
pure i giochi magari si può usare anche la sinistra. Gli
sviluppatori continuano a programmare secondo i canoni standard
della sicura e consolidata architettura x86 (chissà che
le nuove istruzioni non sbaglino qualche altro calcolo!), e intanto
Intel ha già annunciato le estensioni mmx/2, che arriveranno
entro la fine dell'anno prossimo sul processore Katmai. Almeno
queste serviranno a qualcosa, oltre che come oggetto di marketing?
È presto per dirlo. Comunque Intel un merito ce l'ha: se
non altro inventa nuove tecnologie, mentre i suoi concorrenti
continuano a crogiolarsi nella loro posizione di followers, cioè
di quelli che seguono, copiano e cercano di migliorare le cose
già vecchie.
La verità è che fino a oggi è mancata una
vera concorrenza nel mercato dei processori, vuoi per accordi
"politici" tra produttori, vuoi per la scarsa intraprendenza
di molti. Com'è possibile che un colosso come Ibm sia riuscito
finora a produrre una serie di chip, tutto sommato modesti, e
solo in collaborazione con Cyrix? Ma non è la stessa società
che ha guidato l'informatizzazione di massa fin dagli anni Settanta?
E che fine ha fatto il suo ottimo processore Power Pc che avrebbe
dovuto unire il mondo Pc/Dos con quello Apple/Macintosh? Sfumato.
Ibm, preferisce non contrastare Intel nel mercato pc, e si concentra
sui sistemi professionali; stessa strategia per Digital, che realizza
l'eccellente processore Alpha, ma solo per le workstation di fascia
alta.
Così rimangono in campo forze minori, come Amd, che coraggiosamente
cercano di contrastare Intel; queste, però, fino a oggi
non sono state in grado di prospettare vere alternative, ma solo
"copie a buon mercato" di prodotti già visti.
Ma per il futuro forse c'è un barlume di speranza: mentre
Intel sta sviluppando il nuovo processore Meced in collaborazione
con Hp, Amd avrebbe in cantiere il K7, primo chip nato non come
derivazione di tecnologie Intel ma come prodotto originale, tra
l'altro con qualche influenza dell'architettura Digital. Forse
è l'inizio di una nuova tendenza, e c'è chi crede
davvero che dal Duemila in poi il mercato offrirà delle
vere alternative. Staremo a vedere, intanto continuiamo a usare
i cari vecchi processori di mamma Intel. A proposito, quanti di
voi stanno per buttare via il Pentium II comprato "ben"
sei mesi fa, per passare al nuovissimo e già "indispensabile"
Deschutes a 400 MHz?
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